India

Nel 2022 le esportazioni di merci dall’India hanno raggiunto un nuovo massimo. Il 43,18% rispetto all’anno precedente. L’India è in veloce crescita ed è un partner sempre più interessante anche per le imprese italiane.

L’export italiano verso l’India riguarda principalmente macchinari e apparecchiature, autoveicoli e rimorchi, prodotti del settore chimico, medicale e della gomma plastica, ma anche abbigliamento, arredi e alimentari. Tra i macchinari che l’Italia esporta in India ci sono quelli impiegati in agricoltura e nella lavorazione degli alimenti. L’Italia è nel mondo un riferimento qualitativo per la filiera agroalimentare. Per l’India, che rappresenta solo l’1 per cento del mercato mondiale del lusso, il Made in Italy -moda e design- è visto con grande interesse.

Creare una struttura import-export in India.

Il commercio estero fa capo al Ministero del Commercio e dell’Industria ed è gestito dalla Direzione Generale del Commercio Estero (DGFT) che rilascia le autorizzazioni agli esportatori attraverso 38 uffici regionali. La documentazione richiesta dal governo indiano per fare import export tra Italia e India è numerosa e complessa, quindi è consigliabile avvalersi di consulenti esperti di legislazione e cultura locale. Una cultura differente da regione a regione.

Per avviare un’attività è comunque necessario costituire una Società. Aprire un conto corrente bancario, ottenere il numero di conto permanente (PAN) e un codice importatore-esportatore da richiedere online alla DGFT. Quindi un certificato di registrazione e adesione rilasciato dai Consigli per la Promozione dell’Esportazione, dalla Federazione delle Organizzazioni Indiane per l’Esportazione, dai Comitati per i Prodotti di Base o dalle autorità competenti. Infine una polizza della Export Credit Guarantee Corporation Ltd a copertura dei rischi.

Le aree geografiche indiane più interessanti per il commercio.

Naturalmente le consolidate Mumbai e Delhi, ma anche Bangalore, Chennai, Hyderabad e Pune.

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