Il 5 Maggio l’Università dell’Insubria, SMI (Sistema Moda Italia) e ADM (Agenzia Dogane e Monopoli) hanno tenuto un convegno: “Import/Export e sostenibilità dei prodotti del tessile e della Moda”.

Il nostro collaboratore, Mattia Grassi, ha seguito online il programma volto a chiarire le principali problematiche del settore.

Il settore tessile -e di conseguenza anche quello della moda- ha un alto impatto sociale ma soprattutto ambientale che deriva dallo spreco di materiali o del prodotto finito. Si stima che il 30% della produzione tessile non arrivi al consumatore finale. Il 10% della produzione viene scartato prima di essere venduto e il 20% rimane invenduto. Il fenomeno prevalentemente giovanile della “Moda Usa e Getta”, che consiste nel comprare un abito, fotografarsi, postare sui social, quindi “archiviare” definitivamente il capo, ha portato a un’enorme spreco. Questa moda, voluta dalle aziende –in un anno si possono considerare fino a 12 stagioni moda– ha spinto il consumatore ad acquistare sempre di più.

SENSIBILIZZARE SUL TEMA DELLO SPRECO

Il 40% dei vestiti di riciclo che arrivano nel terzo mondo sono completamente inutilizzabili. In Germania un’opera (l’installazione “The Nest – Return to Sender“) fatta a forma di casa e realizzata con vestiti inutilizzati, dal cui interno proviene il suono registrato nei mercati di Nairobi, fa riflettere sulla tematica.

Greanpeace con la campagna “Detox Campaign“, ha sensibilizzato tutti noi per limitare i danni ambientali derivanti dall’industria tessile. Quindi diminuzione dell’acqua utilizzata e eliminazione di sostanze inquinanti e tossiche per l’uomo. Queste iniziative creano un “effetto domino” in quanto la scelta consapevole del cliente influenza poi anche le aziende. Marchi di abbigliamento, per rimanere al passo con il modello Europeo in ambito tessile e attestare il loro impegno ambientale, hanno chiesto e ottenuto varie certificazioni. L’obiettivo del modello Europeo è quello ovviamente di creare un’economia circolare.

TUTELA DEL MADE IN ITALY

In Italia, visto il grande interesse per il tessile e per la garanzia di qualità del Made in Italy, il progetto è entrato in vigore a inizio 2022. La contraffazione dei prodotti italiani rischia di creare una seconda Via della Seta verso la Cina, con tutte le problematiche che ne derivano. ADM in questo senso tutela il mercato, gli interessi finanziari del paese, della UE e la salute dei cittadini. Come agisce? Con controlli a campione fiscali o documentali.

TESSILE E DOGANA

La Sezione XI della tariffa doganale (materie tessili e manufatti) è in grado d’identificare la tipologia di merce, che insieme all’origine determina l’applicazione del dazio. I paesi d’origine Preferenziale (quelli che hanno stipulato accordi con la UE) godono di benefici o esenzioni daziarie. L’origine si può attestare con dichiarazione in fattura, con il codice alfanumerico di Esportatore Autorizzato ottenuto dalla dogana o con il modello EUR1.

CONTRAFFAZIONE

Si stima che il 27% dei giovani acquista volontariamente vestiti o accessori contraffatti e il 31.2% degli italiani ha acquistato almeno una volta un capo falso in modo consapevole. La qualità della contraffazione migliora sempre più, tanto da eguagliare quella di alcuni famosi marchi. A causa dello sviluppo tecnologico e della manodopera abbondante e a basso costo, la Cina rischia di monopolizzare anche il mercato tessile, sia nella falsificazione che non. Questo anche grazie allo sviluppo inarrestabile dell’ IA, soprattutto nei paesi orientali. (L’intelligenza artificiale è un tema caldo tra Cina e Stati Uniti. Se il paese Orientale dovesse superare l’America in ambito tecnologico -e presumibilmente anche militarmente e scientificamente- metterebbe gli USA all’angolo). La Turchia ha il “primato” del paese con il maggior numero di sequestri di materiale tessile.  

Il “Falso Made in Italy” può dipendere: da falsa indicazione Made in Italy sull’etichetta o da fallace indicazione (simboli o immagini possono far intuire al consumatore la provenienza -errata- del prodotto).

SANZIONI

È stata aumentata di 1/3 la pena per chi dichiara falsamente il 100% Made in Italy. Una manovra ulteriore per tutelare il Made in Italy è il Protocollo d’Intesa del 2022 che tutela la competitività e la legalità nel settore tessile italiano. In conclusione, il Made in Italy è simbolo di qualità in Italia e nel Mondo intero, che va protetto e tutelato.

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