Per motivi di sicurezza nazionali e internazionali le esportazioni di tecnologie per produzione di microchip dall’Olanda alla Cina subiranno restrizioni. A partire dal 1° di settembre. Il colosso olandese ASML, (una delle sole tre aziende mondiali di chip), dovrà quindi richiedere delle licenze specifiche per esportare.
Scelta dovuta alla pressione anti-cinese esercitata dagli USA verso l’Olanda (ma anche verso il Giappone). Nel settore di tecnologie per la produzione di micro chip l’Olanda occupa una posizione di rilievo (la sua adesione alla pressione americana era particolarmente ambita e non scontata). Questo è il prezzo pagato da Xi Jinping per avere appoggiato la Russia nella guerra contro l’Ucraina. E per avere una leadership poco democratica. L’industria cinese, privata dei macchinari indispensabili per adeguare qualità e potenza dei microchip è rallentata nell’avanzata nei settori di punta. Il colosso di Taiwan, TSMC, sta investendo in un nuovo stabilimento in Arizona. Anche la californiana INTEL ha ripreso a costruire in USA fabbriche di semiconduttori per rafforzare la produttività. La re-industrializzazione -dovuta anche ai sussidi USA- punta a rendere meno devastante per l’occidente un’eventuale invasione di Taiwan.
Per il momento la Cina non ha venduto armi letali alla Russia, ma ha continuato a inviare droni e semiconduttori…tecnologie DUAL-USE, utilizzabili sia per impieghi civili che militari…