“Al fine di garantire un’adeguata disponibilità di riso bianco non basmati nel mercato indiano e per placare l’aumento dei prezzi nel mercato interno, il governo indiano ha modificato la politica di esportazione”. E’ quanto ha affermato il ministero dell’Alimentazione dell’India.  

Le principali colture alimentari del mondo sono tre. Grano, mais e riso. Il riso sfama la metà delle persone del nostro pianeta. Quali sono i più grandi produttori di riso mondiali? INDIA, CINA, INDONESIA, BANGLADESH, THAILANDIA, VIETNAM, MYANMAR, FILIPPINE, CAMBOGIA, PAKISTAN.

Le autorità indiane hanno introdotto il blocco alle esportazioni di riso, in quanto i prezzi al dettaglio del prodotto sono aumentati in un solo mese del 3%. Questo a causa degli ingenti danni ai raccolti causati dalle piogge monsoniche e dalla siccità che lo scorso anno ha colpito le coltivazioni. L’India con questa “mossa” vuole assicurarsi che la domanda interna sia soddisfatta, per poter sfamare una popolazione di 1.4 miliardi di persone perlopiù poverissime.

Però l’India rappresenta oltre il 40% delle esportazioni mondiali di riso e un taglio alle esportazioni porterà a un nuovo rialzo di prezzi dei prodotti alimentari.  Nell’ultimo anno i prezzi al dettaglio sono aumentati dell’11,5% (e sono al livello più alto degli ultimi 11 anni).  Non è la prima volta che l’India vieta l’esportazione di riso non basmati, ma questa volta l’impatto potrebbe essere più significativo rispetto a quelle precedenti. Nell’ottobre 2007 il divieto all’export di riso non basmati fu revocato temporaneamente e poi ripristinato nell’aprile 2008. Questo aveva portato un aumento dei prezzi del 30%, raggiungendo un massimo storico di 22,43 dollari per quintale. Le restrizioni alle esportazioni di riso dell’India possono avere effetti significativi sui prezzi e sulla disponibilità di questo alimento fondamentale a livello globale. Con potenziali impatti sui mercati alimentari e sulle economie di altre regioni del mondo. La situazione attuale potrebbe quindi presentare sfide più ampie e maggiori conseguenze rispetto alle volte precedenti in cui sono state imposte restrizioni simili. La situazione indiana ha portato altri Paesi esportatori come Vietnam e la Cambogia a rialzare il prezzo del riso. Grandi importatori come l’Indonesia e la Malesia hanno iniziato ad accumulare scorte. Ma saranno i consumatori più poveri nei paesi vicini –Bangladesh e Nepal– a subire l’impatto maggiore.

L’abolizione dei dazi europei all’inizio del 2022 ha portato a un aumento significativo del consumo di riso asiatico in Italia (una crescita dell’86% rispetto al 2021). I dazi hanno avuto un impatto maggiore sul resto dell’Europa, che ha registrato una crescita significativa delle importazioni da India e Giappone.

Il commento di Krishna Rao, Presidente Rice Exporters Association, sulla decisione del divieto di esportazione voluta dal governo indiano. “L’India andrebbe a minare la stabilità del mercato globale del riso con una velocità di gran lunga maggiore di quanto abbia fatto l’Ucraina nel mercato del grano con l’invasione della Russia. L’improvviso divieto di esportazione sarebbe molto doloroso per gli acquirenti, che non possono sostituire le spedizioni da nessun altro Paese”.

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