Partiamo dall’Ucraina…

Il territorio compreso tra il confine bielorusso e il Donbass è chiamato “Scudo ucraino”. Territorio ricchissimo di materie prime, soprattutto pegmatiti con spodumene, un minerale fonte di altri minerali metalliferi (come l’uranio, il torio, il cesio, il niobio, il tantalio). E il litio. Il litio è un metallo indispensabile per la transazione energetica ecologica dell’occidente. Utilizzato per produrre le batterie delle auto elettriche, per i prodotti elettronici, per gli accumulatori, per i pannelli solari e le turbine eoliche. Numerosi giacimenti si trovano nell’area di Mariupol e del Donbass meridionale e in quella di Žitomir. L’importanza di questa area aveva fatto muovere, prima ancora del conflitto, l’Australia e la Cina. L’Australia con European Lithium Ltd. si era assicurata il controllo di giacimenti nell’area Donec’k e  Kirovohrad. La Cina con Chengxin Lithium aveva ottenuto il controllo di depositi a Shevchenkivske e Dobra. Nello stesso periodo Cina e Usa cercavano di aggiudicarsi il litio in giro per il mondo.

Litio: l’oro bianco

Il litio, come abbiamo detto, è un metallo indispensabile per la transazione energetica ecologica dell’occidente. Il consumo di litio, previsto in crescita esponenziale, per il suo gran valore si è meritata il soprannome di “oro bianco”. L’Ue ne importa il 98% dalla Cina. Per ridurre questa dipendenza nel marzo 2023 la Comunità europea ha emesso il Critical Raw Materials Act., un piano tutelativo riguardante le materie prime critiche. Quindi l’Europa dovrà estrarre il 10% dei minerali critici (tra cui il litio) all’interno dell’Ue e raffinarne almeno il 40%. Per questo si guarda con interesse al “triangolo del litio”: Cile, Argentina e Bolivia ne posseggono oltre il 50% delle riserve mondiali. Il litio cileno però è estratto dai laghi salati sotterranei e ha un impatto ambientale rilevante. Il governo cileno ha decretato la nazionalizzazione dell’industria estrattiva del litio imponendo alle aziende straniere di lavorare in partnership con la compagnia statale.

Ue, Cina, USA

Ue (e Germania, con l’accordo tra Aurubis e la cilena Codelco) fanno pressioni perché il litio sia raffinato nel “triangolo”, facendo leva sull’attenzione ambientale. In questo modo si potrebbe scardinare l’imponente presenza cinese che produce a livello mondiale il 70% delle batterie elettriche? Non facile, visto che la Cina ha investito nel “triangolo” 16 miliardi di dollari. Inoltre ha prestato 17 miliardi all’Argentina e 3.4 miliardi alla Bolivia. L’azienda cinese Catl ha stipato un accordo con la compagnia di stato boliviana Yiacimentos de Litio Bolivianos (Ylb) ottenendo così l’esclusiva sullo sviluppo dell’industria estrattiva locale di litio.

I paesi del “triangolo del litio” non vogliono rimanere alla dipendenza delle potenze globali per lo sviluppo della grande risorsa del XXI secolo. Con il Brasile si sono uniti per creare una Opec del litio, per non limitarsi all’estrazione del minerale ma aiutare i paesi aderenti a creare un’industria autoctona delle batterie. Un’organizzazione atta a controllare la produzione e i prezzi del litio, con un impatto geopolitico ed economico a livello mondiale.

In Sudamerica la partita fondamentale.

Per la Cina, accedere alle riserve sudamericane significherebbe controllare completamente la filiera produttiva delle batterie a ioni di litio, costringendo Ue e Usa a una scomoda dipendenza. Inoltre, le permetterebbe di diversificare le proprie attuali forniture legate alle importazioni dall’Australia (paese appartenente al blocco Occidentale e potenzialmente ostile in caso di una aggressione a Taiwan).

Per Ue e USA le importazioni dal triangolo del litio sarebbero fondamentali per liberarsi dal rivale cinese e portare avanti la transizione ecologica. Bloccare o limitare l’esportazione di litio frenerebbe il passaggio alla mobilità elettrica e rallenterebbe l’evoluzione della filiera tecnologica. Accadrebbe quanto successo negli anni Settanta con la crisi petrolifera. O come rischiava di accadere nel 2022 con il gas russo. Nei due secoli scorsi il petrolio, l’oro nero, è stato indispensabile per la crescita e lo sviluppo del pianeta.

L’oro bianco sarà essenziale per questo secolo.

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